Pantelleria è una terra che amerete alla follia!
Sono ben 2 i riconoscimenti UNESCO che questa terra così ricca di storia e dalla natura suggestiva e maestosa, ha acquisito negli anni.
I Muretti a Secco.
Il 28 Novembre 2018 l’Unesco ha iscritto “L’arte dei muretti a secco” nella lista dei beni immateriali dichiarati Patrimonio dell’Umanità.
“E’ stato versato più sudore ripulendo i declivi per le vigne che per costruire le piramidi. Un muretto a secco è il monumento a una volontà granitica”. Così si apre il video di presentazione per iscrivere nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO i muretti a secco e le tecniche per costruirli. Il riconoscimento si estende a otto nazioni europee: Italia, Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.
Attraverso tutto il bacino del Mediterraneo settentrionale i muretti a secco nei millenni “hanno creato numerosi e vari paesaggi fornendo differenti modalità di costruire case e di organizzare coltivi e allevamenti”, si legge nella motivazione dell’UNESCO. Inoltre, “hanno un ruolo vitale nel prevenire frane, inondazioni e valanghe e nel combattere l’erosione e la desertificazione del suolo, incrementando la biodiversità e creando le giuste condizioni microclimatiche per l’agricoltura”.
Pantelleria è una terra vulcanica, da millenni le popolazioni sfruttano la sua natura per poter coltivare il suo terreno fertile e poter vivere in armonia con il paesaggio.
Qui tutto è fatto di pietra lavica, è la natura dell’isola.
La Vite ad Alberello.
Il 26 Novembre 2014 la Vite ad Alberello viene scritta a Parigi, nella lista dei beni Patrimionio dell’umanità. Qui potete visionare un bellissimo video che illustra questa tradizionale pratica di coltivazione.
Nessun Paese, prima dell’Italia, era mai riuscito a iscrivere nella celebre lista una pratica agricola.
Ma vediamo in cosa consiste.
Al fine di poter carpire le scarse risorse idriche presenti nel terreno e ripararsi dal clima sfavorevole, la pratica agricola della vite ad alberello si basa sulla creazione di buche di terreno profonde circa 20 centimetri e da cui il vigneto prenderà la forma di piccoli alberelli all’interno di queste conche.
Questa tipologia di coltivazione è tramandata attraverso istruzioni pratiche e orali in dialetto locale da generazioni di vinai e contadini dell’isola. Oggi sono circa 5000 gli abitanti che coltivano piccoli lotti di terra usando metodi sostenibili.
La tecnica prevede diverse fasi e si conclude con la vendemmia a mano durante un evento rituale che inizia alla fine di luglio.
Le uve ricavate da questi vigneti unici al mondo rappresentano la materia prima per la vinificazione del pregiato Zibibbo, marchio vitivinicolo italiano famoso nel mondo. I terrazzamenti, i muri a secco, i giardini arabi, i dammùsi (cioè le tipiche abitazioni dell’isola) rappresentano l’identità di Pantelleria insieme con le viti ad alberello. Questa tipologia di coltivazione richiede cura costante, pazienza e fatica fisica e rappresenta il collante di una comunità che segue le proprie tradizioni secolari.
La partenza della candidatura risale al 2010 e il 30 marzo 2013 è stata designata unica candidatura italiana per la lista del Patrimonio culturale immateriale. La vite ad alberello è il sesto bene italiano di questo tipo. Gli altri cinque sono il Canto a tenore sardo (2008), l’Opera dei Pupi siciliani (2008), la Dieta mediterranea (2010), i Saperi e il saper fare liutario della tradizione cremonese (2012) , le Celebrazioni delle grandi macchine a spalla (2013) e i Paesaggi vitivinicoli delle Langhe Roero e Monferrato nel giugno 2014.
Fonti: Unesco – Corriere – National Gegraphic